
Si è stimato che in città l’auto privata viene usata solo per l’8% del tempo, mentre per il restante 82% rimane ferma in garage. Questo non utilizzo dell’auto comporta l’occupazione dello spazio cittadino che potrebbe essere una risorsa per altro.
In futuro l’auto privata è destinata pian piano ad essere sostituita dallo car sharig, vale a dire la condivisione dell’auto? La mobilità sostenibile non sarà solo l’elettrico, ma soprattutto nelle grandi città dove ci sono grandi concentrazioni di persone, molto più inquinamento e incidenti stradali – oltre ovviamente a un costo maggiore della vita – l’uso dell’auto in condivisione può essere molto sostenibile e conveniente.
Si è già visto cosa è accaduto durante la pandemia da Covid-19 nel 2020: complici i lockdown che hanno prodotto un significativo calo dell’inquinamento atmosferico, la politica e la società sono tornate ad interrogarsi sull’urgenza di mettere in campo misure efficaci per una mobilità sostenibile e creare un ambiente più a misura d’uomo. E se in quel periodo, proprio per contenere il contagio si è tornati obbligatoriamente ad un distanziamento sociale privilegiando l’auto di proprietà e ad una conseguente frenata del car-sharing, si è avuta una impennata della micromobilità nelle grandi città anche con l’avvento dei monopattini elettrici.
E se l’emergenza della pandemia è ufficialmente terminata il 5 maggio 2023, è cresciuta l’aspirazione a una mobilità meno inquinante e più sostenibile, tornando a considerare il car-sharing, anche se restano lontani i numeri della pre-pandemia. I dati dicono che lo scorso anno, 2022, il servizio di car-sharing ha superato i 5.600.000 noleggi, (un + 3.1% rispetto all’anno precedente), ma tuttora lontano dai tredici milioni del 2019.
Chi dice che le auto elettriche risolveranno il problema del traffico e dell’inquinamento, mente. Il futuro saranno bicilette, car sharing e trasporto pubblico. Questo non vuol dire che le auto vadano eliminate, ma il loro grande punto di forza è la versatilità che nessun altro tipo di veicolo può eguagliare.
Resta da capire con cosa sostituiremo l’industria dell’auto e l’enorme indotto che gravita intorno a questa. Intorno all’automobile si è in pratica costruito il benessere delle nazioni occidentali, e questo dovrebbe farci riflettere molto prima di programmarne lo smantellamento.
A.P.