
Siamo sicuri che le politiche green a favore delle auto elettriche renderanno migliore il nostro futuro?
Con la rottamazione dei motori termici con termine ultimo nel 2035, se a qualcuno ancora non fosse chiaro, ci stiamo avviando verso la desertificazione delle nostre industrie.
Chi ne trarrà vantaggio – se nel frattempo non si invertirà la rotta sulle scelte e conseguenti decisioni politiche – sarà con tutta evidenza, la Cina, dalla quale dipenderemo completamente. Il motivo di questa subordinazione va ricercato nella convenienza dei prezzi delle materie prime necessarie all’elettrificazione dei nuovi veicoli, che sta già divorando il nostro mercato.
È su questo tema che ha posto l’accento Luca De Meo, Presidente ACEA – l’Associazione dei Costruttori di Automobili Europei, nella sua dichiarazione: “L’Europa costruisca una politica industriale per l’automotive per difendersi da Cina e USA”.
Facciamo due conti: un’auto elettrica costa il 30% in più rispetto ad una pari modello termica. Sempre un’auto elettrica, all’esaurimento delle batterie o della garanzia delle stesse, dopo 8 anni vale zero.
Di contro, un’auto termica può durare anche 15 anni.
Lo scenario non così improbabile, è che, non essendo le auto elettriche facilmente disponibili e convenienti, gli italiani potrebbero optare per le auto d’epoca, le quali, secondo la legge che entrerà in vigore nel 2035, potranno ancora circolare sulle nostre strade.
Per queste auto però, potrebbe essere difficile reperire pezzi di ricambio, proprio per la dismissione del settore produttivo e dell’indotto dei motori endotermici.
C’è poi il tema non trascurabile della produzione delle batterie, un mercato in grandissima parte controllato dalla Cina, già ora altamente competitivo al punto da mettere fuori mercato la nostra produzione.
E ancora: la questione rete elettrica.
Se consideriamo che il costo medio dell’energia domestica è pari a € 0,52/KWh, per le ricariche alle colonnine pubbliche viene praticato un costo pari a euro 0,89/KWh, ovvero quasi il doppio. Ma a parte il costo, la rete reggerà a una domanda di massa di ricariche giornaliere? Non è così difficile prevedere che saliranno i prezzi di ricarica. Oggi l’elettricità rappresenta solo il 20% di tutti i consumi energetici: è evidente l’impresa colossale del restante 80%, tra cui, appunto, i trasporti. Per non tacere del fatto che tutta questa elettricità in più dovrebbe essere generata da fonti rinnovabili e accumulata in batterie.
A questo punto, un dubbio sorge spontaneo: ci stiamo avviando verso un futuro dove il trasporto privato sarà un lusso solo alla portata dei ricchi?
(A.P.)