A seguito della delibera della Giunta Capitolina sull’estensione della Fascia Verde, (estensione della ztl con 51 nuovi varchi attivati. Da novembre 2023, nella nuova fascia verde non potranno transitare i mezzi inquinanti fino a Euro 2 benzina e fino a euro 4 diesel. Saranno esentati dal divieto i mezzi alimentati a Gpl) da parte dei cittadini romani è montata una significativa protesta, a seguito della quale il sindaco Gualtieri ha assicurato che ci saranno modifiche all’ordinanza. Tuttavia le contestazioni non si placano.
Secondo la delibera di novembre 2022, la Fascia Verde romana non riguarda più solo il centro storico, ma partendo da Vigna Murata si estende fino a Labaro, fino a lambire quartieri quali Corviale e Colli Aniene. Ztl estesa anche a gran parte del VII Municipio, in particolare la Tuscolana.
È partita così l’iniziativa di una petizione online promossa dal consigliere leghista Santori arrivata quasi a centomila firme, mentre su Facebook è nato il gruppo Fermiamo la Ztl in Fascia Verde, che ha raggiunto tredicimila follower. Anche il gruppo sta raccogliendo firme al fine di presentare un ricorso al Tar per chiedere la sospensione dell’ordinanza.
A detta degli esperti di diritto amministrativo, il provvedimento è del tutto irragionevole perché legato a date di scadenza così ravvicinate che da un giorno all’altro circa trentamila auto sarebbero al bando, comprese le auto a doppia alimentazione Gpl-benzia/Benzina-metano e le auto a carburante misto gasolio-gpl, o “dual-fuel” gasolio-metano.
Come unico incentivo alla rottamazione dell’auto non a norma, il Comune offre un contributo di 250 euro per l’acquisto dell’abbonamento al trasporto pubblico locale per un anno.
Oltre al danno, la beffa, in una città come Roma in cui i disagi per la viabilità e i trasporti sono problema quotidiano. Dopo più di dieci anni di “lavori in corso”, la metro C vedrà il suo completamento solo nel 2030. La transizione dell’attuale Roma Lido alla futura Metromare è ancora in alto mare, tanto per fare del lirismo. La metro A fino a gennaio 2024 termina le corse alle 21. La linea C1 metro per il momento è lettera morta.
Ovvio che in questa situazione chi ne farà le spese saranno i cittadini con meno risorse economiche, costretti a disfarsi di un veicolo non più idoneo e a non poterne comprare uno nuovo.
A questo punto, anche chi era a favore della transizione ecologica si posiziona improvvisamente dalla parte degli oppositori alla delibera e chiede al sindaco un ripensamento. E visto che l’Assemblea capitolina non era stata coinvolta nella discussione di questi provvedimenti, alcuni gruppi chiedono un Consiglio straordinario sul tema.
Il sindaco Gualtieri pare si sia dimostrato disponibile a rivedere la delibera.
Staremo a vedere.
A.P.